Il Cammino del Vescovado è un itinerario attraverso gli angoli più belli delle Terre del Vescovado, un territorio ricco di natura e storia alle porte di Bergamo. Il Cammino, ideato da Michele Pellegrini, esperto di trekking e di montagna, collega Chiuduno a Scanzorosciate e regala paesaggi davvero incredibili: lungo il percorso si camminerà tra vigneti, oliveti e boschi secolari, raggiungendo antiche chiesette, castelli, cascinali e graziosissimi borghi medioevali.
Un percorso di ben 32 km suddivisibile in tre tappe, ognuna delle quali con caratteristiche paesaggistiche differenti. Noi abbiamo deciso di partire da Chiuduno e di arrivare a Scanzorosciate, terminando così il percorso con un panorama davvero mozzafiato: Scanzorosciate immerso tra vigne e oliveti e il profilo di Bergamo Alta sullo sfondo.
Ovviamente il Cammino è percorribile in entrambi i sensi. Inoltre, ogni tappa inizia e termina davanti ad una stazione ferroviaria o, nel caso di Scanzorosciate, ad una fermata dell’autobus, tutte collegate alla città di Bergamo.
Per completare l’intero percorso noi abbiamo impiegato 10 ore e mezza, comprensiva di pausa pranzo (con annesso pisolino) e soste varie per immortalare le bellezze del paesaggio. Inoltre, noi consigliamo di scaricare la traccia GPS ufficiale, disponibile sul sito delle Terre del Vescovado, e utilizzare l’app Oruxmaps, poiché, quando abbiamo effettuato il percorso, la segnaletica verticale era presente solo sull’ultima tratta.

Insomma, dopo questa carrellata di informazioni, non ci resta che illustrarvi nel dettaglio le tappe percorse e augurarvi una buona camminata.
Prima tappa: da Chiuduno a Montello
Distanza: 11 km
Tempo di percorrenza: 3 ore e mezza circa
Cosa ci è piaciuto: Questa tappa si svolge quasi completamente all’interno dei boschi del Parco di Malmera, Montecchi e Colle degli Angeli, dove troviamo bellissimi esemplari di castagni, querce e betulle. Inoltre, grazie alla presenza di sorgenti e fontanili, questa zona è sempre umida e fresca, offrendo un piacevole refrigerio dall’afa che caratterizza la Pianura Padana.
Partenza dalla stazione di Chiudono. Svoltiamo a destra, oltrepassando il Municipio e, una volta arrivati davanti alla chiesa di S. M. Assunta iniziamo progressivamente a salire. Camminiamo tra i muretti a secco e costeggiamo vigne, ulivi e piante di fico, sino ad arrivare all’imbocco del sentiero del Selù.


Con una salita più decisa percorriamo questo sentiero, fino a giungere ad un’area pic-nic. Da qui, il Cammino prosegue tenendosi in quota, immersi in una vegetazione boschiva che offre un po’ di refrigerio dalla calura estiva. Di tanto in tanto il bosco si apre regalandoci dei bellissimi scorci sulla pianura e sulla Valle del Fico.
Proseguiamo imboccando per primo il sentiero C.A.I. 798 per poi continuare lungo il 650, un percorso inizialmente pianeggiante e, in seguito, in leggera discesa. Continuiamo poi seguendo la segnavia C.A.I. 655 lungo una discesa, questa volta, bella decisa. Il sentiero nel bosco si conclude con la segnavia 652 dove, dopo aver attraversato un bel cascinale degli alpini, si costeggia il fiume Cherio per un centinaio di metri e, attraversato il ponticello, si entra finalmente nel paese di Gorlago.


Ci addentriamo tra la vie del paese, proseguendo in direzione Montello. Oltrepassiamo la chiesa di San Pancrazio e il municipio e proseguiamo svoltando a destra, fino ad incontrare Via Roma. La percorriamo interamente, oltrepassando sulla sinistra l’area di una centrale elettrica, fino a raggiungere la rotonda in località Tri Plok, dove imbocchiamo via Pellico. Da qui, dopo circa 600 metri, arriviamo alla tanto attesa stazione ferroviaria di Gorlago-Montello.
Seconda tappa: da Montello ad Albano S. Alessandro
Distanza: 8 km
Tempo di percorrenza: 2 ore circa
Cosa ci è piaciuto: la tappa più breve e semplice, in quanto il dislivello è di soli 100 m. Il percorso si sviluppa tra graziosi borghi, cascinali e castelli, il tutto contornato da vigne e oliveti.

Dalla stazione di Montello – Gorlago si prosegue dritti per un centinaio di metri per poi attraversare i binari della ferrovia. Proseguiamo oltrepassando il municipio, fino a giungere davanti ad una roggia. Superiamo il ponticello e ci ritroviamo nel cuore di Montello. Un bellissimo borgo dal sentore medievale. Una volta sorpassata la caratteristica volta a botte, ci lasciamo alle spalle il paese ed iniziamo a salire leggermente, immersi nelle vigne. Da lontano, sulla sinistra, ammiriamo il bellissimo Castello Camozzi Vertova di Costa di Mezzate e proseguiamo lungo una leggera salita che ci porta al Casello di S. Marco, un grazioso edificio restaurato con un’area ristoro, ne approfittiamo infatti per prendere due ghiaccioli e per fare quattro chiacchiere con i ragazzi che lo gestiscono.
Dal Casello si scende poi lungo una strada ghiaiata in direzione Bagnatica. Raggiunto il paese, si prosegue su strada asfaltata, percorrendo prima via Roma e poi via Belvedere, fino a girare in via Bedler. Abbiamo quindi lasciato definitivamente Bagnatica in favore di Brusaporto, che però costeggiamo solo esternamente. Da via Bedler, dopo un centinaio di metri imbocchiamo via degli Aceri e proseguiamo fino a scorgere un bellissimo campo di olivi, qui svoltiamo a destra in via delle Querce e iniziamo a salire dolcemente fino a raggiungere il celebre ristorante stellato La Cantalupa – Da Vittorio. Da qui si inizia a scendere e, una volta superato il sottopasso della superstrada, lasciando il campo sportivo sulla destra, svoltiamo a sinistra scorgendo così le prime villette di Albano S. Alessandro.

Proseguiamo dritti, trovandoci di fronte ad una bellissima chiesa, il Santuario della Beata Vergine delle Rose, situata nel luogo dove nel gennaio del 1417 la Madonna, seduta su un cuscino di rose, indicò la strada per Bergamo a due pellegrini che si erano persi nel bosco e stavano per morire di freddo. Al santuario svoltiamo a destra ed eccoci finalmente giunti alla stazione ferroviaria di Albano S. Alessandro.

Terza tappa: da Albano S. Alessandro a Scanzorosciate
Distanza: 13 km
Tempo di percorrenza: 4 ore circa
Cosa ci è piaciuto: L’ultima tappa è sicuramente la più bella e scenografica delle tre: da un lato i boschi e le prime alture della Val Seriana, dall’altro le distese dei vigneti, la pianura e il profilo di Bergamo Alta. Siamo nella terra del Moscato di Scanzo, la più piccola DOCG italiana e prodotto di eccellenza locale.

Dalla stazione di Albano San Alessandro, proseguiamo dritti e attraversiamo il semaforo della strada statale e percorriamo tutta via Roma per poi svoltare a destra in via Dante e subito dopo a sinistra in via Conti Albani e ancora a destra in via Cristoforo Colombo. Da qui, si imbocca una delle traverse sulla sinistra che ci conducono in via S. Giorgio, che percorriamo fino alla fine. Giunti alla fine della via, sulla sinistra troviamo una strada che percorriamo tutta fino a giungere ad un bivio. Imboccando la strada sulla sinistra, iniziamo a salire, prima lungo una strada asfaltata e, dopo circa 200 metri lungo un piccolo sentiero abbastanza ripido e gradinato che ci conduce fino alla bellissima chiesetta di San Giorgio collocata sulla sommità dell’omonimo monte (433 m), luogo ideale per una piccola pausa con vista su tutta la pianura. Noi, stranamente fortunati, abbiamo trovato un cielo così terso che ci ha permesso di intravedere chiaramente anche lo skyline di milano. Una vera meraviglia.


Riprendiamo il Cammino imboccando il sentiero C.A.I. 626 e dopo vari sali e scendi giungiamo alla Chiesa di S. Maria in Argon (482 m), un luogo raccolto, dove regna pace e silenzio assoluto.

Iniziamo quindi a scendere sempre seguendo la segnavia 626 e, dopo aver raggiunto la chiesetta di S. Cristoforo a Torre de’ Roveri, ci immettiamo su una strada asfaltata che ci permette di ammirare i panorami più belli di tutto il cammino: Scanzorosciate circondato da una moltitudine di vigne e in lontananza il profilo di città alta. Uno spettacolo che ci ripaga di tutta la fatica fatta. Procediamo su una stradina sterrata immersa completamente tra vigne e oliveti, oltrepassiamo aziende agricole e agriturismi e arriviamo dinnanzi al cimitero di Tribulina. Da qui seguiamo la strada che conduce ai piedi della maestosa chiesa di S. Giovanni nei Boschi.



Illusi di essere quasi a destinazione, continuiamo lungo il cammino, attraversando la rotonda di Tribulina e proseguendo dritti. Su una strada asfaltata iniziamo piano piano a risalire lasciandoci alle spalle le ultime villette. Imbocchiamo quindi il sentiero C.A.I. 509 che, tra un susseguirsi di sali e scendi per noi infiniti, ci porta fino alla Chiesetta degli Alpini, un punto panoramico sul Monte Bastia (411 m.), attrezzato anche per il picnic. Da qui finalmente scendiamo seguendo il Sentiero delle Orchidee. Ormai all’imbrunire arriviamo a Scanzorosciate, superiamo Villa Galimberti, sede del Salotto del Moscato di Scanzo e giungiamo a in Piazza Caslini, con le gambe che vanno avanti per inerzia, i piedi doloranti, ma felici di aver portato a termine il nostro Cammino.

32 km percorsi, un cammino che attraversa ben 12 comuni della bergamasca, un tripudio di bellezze, di profumi e sapori che rendono le Terre del Vescovado davvero meravigliose e magiche.