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Italia, Lombardia

Il castello di Chignolo Po

posted by wanderful travels
Gen 17, 2020 959 46 0
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Il castello di Chignolo Po

A due passi da Piacenza sorge il Castello duecentesco di Chignolo Po, conosciuto come la “Versailles della Lombardia”.

Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po

L’antico castello Cusani-Visconti, ora Procaccini, di Chignolo Po, è una delle più fastose e belle residenze castellane di campagna della regione. Edificato nel ‘200, fino al ‘600 fu una roccaforte inespugnabile, per poi essere traformato, agli inizi del ‘700, in una nobile dimora.

Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po

L’intero complesso monumentale, circondato da un ampio parco, è essenzialmente composto da tre elementi: il castello, il Borgo o Ricetto e la Tea House o “Teatro delle Uccelliere”, un magnifico belvedere di elegante architettura.

Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po

Cenni storici

A partire dal XIII secolo, il castello divenne uno dei maggiori feudi lombardi e fu di proprietà di diverse nobili famiglie, tra le quali i Cusani che aumentarono al massimo la potenza del castello ottenendo continui privilegi e concessioni dai Re e dai Duchi di Milano. I Cusani entrarono in questa dimora nel 1486 e vi rimasero per quasi cinque secoli, fino al 1936, quando l’ultimo discendente lasciò la sua eredità al Sovrano Ordine di Malta, che lo cedette a sua volta all’attuale proprietario, la famiglia Procaccini, nel 1988.

La vera trasformazione del castello avvenne, sempre per mano della nobile famiglia milanese Cusani, tra il 1700 e il 1730, quando la dimora venne ampliata e trasformata in una vera e propria reggia settecentesca, da qui il nome “la Versailles della Lombardia”. Artefice di questo cambiamento fu il potente e ricco Cardinale Agostino Cusani Visconti, ambasciatore del Papa presso la Repubblica di Venezia e alla corte di Luigi XIV a Parigi, nonché Vescovo di Pavia; egli affidò il progetto di trasformazione ed ampliamento a Giovanni Ruggeri, uno dei più illustri architetti del tempo.

Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po

Il cambiamento fu significativo: il fossato fu prosciugato, le bifore e le trifore furono trasformate in più ampie finestre, il ponte levatoio di legno venne sostituito con uno in muratura, vennero costruiti i quattro torrioni, venne aggiunto l’elegante balcone barocco con preziosa balaustra di ferro battuto adornato dallo stemma vescovile del Cardinale, vennero realizzati i portici con colonne in pietra di Baveno, venne adornato il parco con giardini, gazebi, statue e fontane.

Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po
Il castello di Chignolo Po

Anche gli interni subirono una trasformazione incisiva, il Cardinale Agostino, si affidò prevalente ad artisti veneti, stuccatori e decoratori di scuola tiepolesca, per la realizzazione dei dipinti e degli affreschi.

 Castello di Chignolo Po, affreschi
Castello di Chignolo Po, affreschi

Il complesso monumentale

Il castello

Il castello di Chignolo Po, fronte meridionale
Il castello di Chignolo Po, fronte meridionale

Il corpo principale del castello è a pianta quadrata, si sviluppa su quattro piani, uno dei quali seminterrato, e presenta due fronti d’ingresso:

  • quello a nord, dove si apre la porta d’accesso che conduceva ai tempi le carrozze signorili alla corte d’onore. Questa facciata dispone di un portale riccamente lavorato e, al centro, la torre quadrata, resto dell’antico castello medievale;
  • il fronte a sud è quello più imponente ed è composto da una grande balconata con balaustra in ferro battuto dove ai suoi lati sono presenti due scale arcuate che scendono direttamente al giardino e al parco che circonda l’intero complesso.
Il castello di Chignolo Po, fronte meridionale
Il castello di Chignolo Po, fronte meridionale
 Il castello di Chignolo Po, fronte settentrionale
Il castello di Chignolo Po, fronte settentrionale

L’interno del castello di Chignolo Po è una sontuosa dimora colma di affreschi e statue. La realizzazione degli stucchi e dei dipinti che impreziosiscono le sale di rappresentanza del Castello fu affidata ad artisti di scuola tiepolesca. Settantotto tra sale e salotti riproducono i più suggestivi temi mitologici. La stanza più celebre è sicuramente il fastoso salone da ballo, sul cui soffitto è dipinta la gloria delle quattro stagioni, ma una particolare menzione va fatta anche per gli appartamenti che ospitarono importanti figure dell’epoca, tra le quali Papa Clemente XI, Napoleone Bonaparte e Francesco I d’Austria.

Castello di Chignolo Po, Salone delle Quattro Stagioni
Castello di Chignolo Po, Salone delle Quattro Stagioni

Due scale d’onore conducono poi al piano nobile dove si trova perfettamente conservato l’appartamento del cardinale Agostino Cusani Visconti, il quale, attraverso una griglia pavimentata, poteva assistere alle celebrazioni liturgiche che si svolgevano nella Cappella situata al piano terra.

Castello di Chignolo Po, affreschi

Di notevole interesse, infine, sono anche i sotterranei con gli ambienti rustici:

  • la cucina, ancora arredata secondo le usanze dell’epoca
  • la cantina per contenere il vino, i salumi e i formaggi, ad oggi in ristrutturazione (l’intento dei proprietari sembra quello di creare una piccola zona per la degustazione)
  • Una piccola armeria
  • I cunicoli segreti che conducono all’esterno, adibiti un tempo a prigioni.
  Il castello di Chignolo Po, la cantina
Il castello di Chignolo Po, la cantina

La Torre

   Il castello di Chignolo Po, la torre
Il castello di Chignolo Po, la torre

Il nucleo più antico è la torre centrale a pianta quadrata, alta 43 metri e dotata di merlature e impreziosita da una loggetta. Fu probabilmente fatta costruire per volere del re longobardo Liutprando, nel 740 d.c., periodo in cui Pavia era capitale del regno longobardo, con la funzione di vedetta per presidiare il fiume Po e la via di Monte Bordone, successivamente denominata Via Francigena-Romea, strada che collegava Roma al Nord Europa.

Il castello di Chignolo Po, fronte settentrionale
Il castello di Chignolo Po, fronte settentrionale

Il Ricetto

Il castello di Chignolo Po, il ricetto
Il castello di Chignolo Po, il ricetto

Il ricetto, interamente riedificato nel 1600, è situato nel lato settentrionale del complesso ed è costituito da due distinti edifici paralleli e speculari, uno nobile, dove erano collocate le abitazioni degli agenti e le rimesse, e uno rustico, adibito a scuderia.

Il Teatro delle Uccelliere

  Il castello di Chignolo Po, il Teatro delle Uccelliere
Il castello di Chignolo Po, il Teatro delle Uccelliere

Il Teatro delle Uccelliere, isolato nel centro del parco e un tempo preceduto da un piccolo lago artificiale, era un edificio barocco voluto dall’architetto Ruggeri come luogo destinato ai momenti di ricreazione. Ad oggi, invece, risulta purtroppo abbandonato e lasciato da tempo senza la minima manutenzione, un vero peccato.

Informazioni utili

Essendo una residenza privata, il castello di Chignolo Po è visitabile esclusivamente tramite visita guidata.

Le visite possono essere effettuate indicativamente da Marzo a Novembre (trovate le informazioni dettagliate sul sito ufficiale), ad eccezione del mese di agosto, nei seguenti giorni e orari:

  • domenica e festività: dalle 14:00 alle 18:00 senza bisogno di alcuna prenotazione;
  • nei giorni feriali per gruppi di minimo 15 persone, da prenotare con almeno 48 di anticipo.

La durata della visita guidata è di circa 60 minuti.

I prezzi sono i seguenti:
– Intero: € 10,00 – adulti
– Ridotto: € 8,00 – ragazzi di scuola secondaria di primo grado
– Ridotto: € 6,00 – bambini di scuola primaria e docenti

Attenzione! Non è possibile fare foto all’interno del castello.



CastelloChignolo PoItaliaLombardia
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Amiamo i viaggi fai da te e lontani dalle classiche mete turistiche. In ogni luogo cerchiamo qualcosa di insolito da vedere o fare. Il nostro primo viaggio insieme? 3 settimane in India e da lì non abbiamo più smesso di organizzare, sognare e parlare di viaggi.

 

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Non si fa altro che parlare di zone rosse, gialle bianche o blu...lo spettro di un nuovo lockdown incombe e la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. È passato un anno da quando questa pandemia ci ha completamente distrutto le vite, un anno a sognare che tutto finisse presto e che si potesse tornare a viaggiare. 
Per non perdere l'ottimismo e la voglia di ripartire, non ci resta che RICORDARE. 
L'ultimo nostro ricordo prima che tutto cambiasse, è New York. Festeggiare capodanno nella città più famosa al mondo è stato fantastico, scrivendo l'articolo tanti bei ricordi ci sono tornati in mente (come al solito trovate il link in BIO). 📖
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Ma ora vogliamo sapere, qual è stato il vostro ultimo viaggio? 🌍✈  Fatecelo sapere nei commenti. 😁
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Giorno 4: Rifugio Sapienza. => crateri sommitali A/R
16 km, 1367 m 📈 📉
Giorno 4: Today is the day. Dopo tre giorni di trekking mozzafiato, siamo pronti per affrontare l'ascesa ai crateri sommitali dell'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa.
Scegliamo di affrontarla senza l'ausilio di fuoristrada e funivia, perché riteniamo che questa sia l'unica opzione in grado di preservare l'ambiente circostante, senza impattare negativamente sulla natura. 
Dal Rifugio Sapienza imbocchiamo quindi il tracciato percorso usualmente dai fuoristrada. Siamo soli, nessun essere vivente all'orizzonte. Solo noi e l'Etna. Mentre saliamo lo sentiamo borbottare, dai suoi crateri sommitali vediamo coltri di nubi divenire sempre più scure. 
Dopo aver attraversato un paesaggio lunare, contornato da vecchi crateri, arriviamo finalmemte alla torre del filosofo (2920m), da qui la salita è consentita solo con l'ausilio delle guide vulcanologoche. 
Attendiamo allora l'arrivo di Nikos, la guida di Etna Nord, e partiamo. Ormai, solo 400 metri ci dividono dalla metà finale. Il meteo non è certo stato clemente con noi, la pioggia infatti ci accompagna per tutto il tratto finale. Ma quando l'odore di zolfo si fa sempre più insistente capiamo di aver raggiunto finalmente i crateri sommitali dell'Etna. L'emozione è fortissima. La gioia di aver compiuto questa piccola (ma per noi grande) impresa è immensa e la vista da quassù ripaga completamente le fatiche di questi quattro giorni. 
Riscendiano a valle, fermandoci lungo il tragitto ad ammirare vecchi crateri, tunnel lavici e bocche effusive. Con un gioco di talloni ci lasciamo scivolare sulla sabbia lavica fino a raggiungere nuovamente il Rifugio Sapienza.  Concludiamo così la nostra Grande Traversata Etnea. Quattro giorni di trekking, 67 chilometri percorsi. Esausti ma felici come non mai.
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Giorno 3: Bivacco Montescavo => Rifugio Sapienza. 
14 km, 465 m 📈 
L'obbiettivo del terzo giorno è raggiungere il Rifugio Sapienza (1920 m.s.l.m.) che sarà la nostra base di partenza per raggiungere la cima dell'Etna.
Le fatiche dei giorni precedenti si fanno subito sentire appena ci rimettiamo in viaggio, fortunatamente ci aspetta la tappa più tranquilla di questa nostra traversata etnea. 
I primi km passano velocemente accompagnati da un cambiamento del paesaggio che sembra seguire il nostro cammino. Il versante sud del vulcano ci stupisce, i boschi e le colate laviche lasciano spazio ad un verde tipico dei paesaggi di montagna...per un attimo ci dimentichiamo di essere al cospetto del più alto vulcano d'Europa. 
Raggiungiamo presto il rifugio, nonostante un'acquazzone che ci sorprende quando mancano ormai pochi km, e grazie a una bella doccia calda e un paio di gin tonic recuperiamo subito le forze e iniziamo a pensare al grande giorno: domani c'è l'ascesa ai crateri sommitali. 🌋💪🏻
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