«Chi ama l’India lo sa: non si sa esattamente perché la si ama.
È sporca, è povera, è infetta; a volte è ladra e bugiarda, spesso maleodorante, corrotta, impietosa e indifferente.
Eppure, una volta incontrata non se ne può fare a meno. Si soffre a starne lontani. Ma così è l’amore: istintivo, inspiegabile, disinteressato. L’India, a meno di odiarla al primo impatto, induce presto a questa esaltazione: fa sentire ognuno parte del creato.
In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto.
E qui sta il suo fascino.” 
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra

L’india è folle, esagerata, non conosce il senso della misura.
L’India è caos, rumori assordanti di clacson a tutte le ore, un vociare indefinito di persone che cercano di venderti anche l’anima.
L’India è un marasma di persone, macchine e tuk tuk
L’India odora di spezie e afa, un odore pungente, acre, indescrivibile.
In India tutto è stravolto. Le vacche sono animali sacri. I cani, randagi, ti accerchiano con fare minaccioso. I bambini si aggrappano alle tue gambe in cerca di qualche rupia.

L’india ci ha messo davanti alle contraddizioni del mondo, ci ha fatto crescere, ci ha permesso di osservare il mondo con un occhio più attento e consapevole. Ci ha permesso di uscire dalla nostra comfort zone, mettendoci costantemente alla prova. L’india noi l’abbiamo detestata, a tratti odiata, ma poi ci siamo lasciati andare, abbiamo deciso di accettarla così com’è e abbiamo finito per amarla.