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America, Argentina

La Penisola di Valdes, il nostro itinerario di due giorni

posted by wanderful travels
Nov 3, 2019 648 41 0
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La Penisola di Valdes, il nostro itinerario di due giorni

Una terra selvaggia, incontaminata ed affascinante, dove il blu del mare si fonde con quello del cielo. Stiamo parlando della Península de Valdés, patrimonio dell’Unesco dal 1999 e riserva naturale alle porte della Patagonia argentina.

Península de Valdés
Península de Valdés

Questa penisola, collegata alla terra ferma da un lembo di terra largo non più di 6 km, è il regno del mondo animale marino. La protagonista assoluta è sicuramente la Balena Franco Australe, ma si possono ammirare anche delfini, orche, leoni marini, pinguini di Magellano ed elefanti marini. Lungo le sue strade deserte e sterrate non mancano poi guanachi, nandù, cavalli, pecore, armadilli e una grande varietà di uccelli.

Península de Valdés
Península de Valdés
Península de Valdés
Península de Valdés
Península de Valdés
Península de Valdés
Península de Valdés
Península de Valdés

Info utili

Tour organizzato o fai da te?

Noi abbiamo deciso di visitare la Península de Valdés autonomamente, noleggiando un auto per due giorni all’aeroporto di Trelew e dormendo a Puerto Piramides, unico centro abitato della penisola. In questo modo siamo riusciti a viverci a pieno la bellezza della riserva, creando il nostro itinerario e decideno quando e quanto fermarci nelle varie tappe intermedie.

Dove dormire?

L’idea iniziale era quella di trascorrere la notte in una Estancia, ma purtroppo ad inizio agosto sono quasi tutte chiuse. Abbiamo quindi optato per l’Oceano Patagonia Wild Coast Residence, un hotel situato proprio di fronte alla spiaggia di Puerto Piramides. Forse un tantino caro, ma con una vista davvero impagabile!

Quale macchina scegliere?

Altro dilemma, la scelta dell’auto! Le strade all’interno della penisola sono tutte sterrate, ma se si procede ad una velocità massima di 60 km/h non è necessario il 4×4, noi abbiamo infatti noleggiato, tramite Hertz, una Chevrolet Onix e non abbiamo avuto alcun tipo di problema.

Quanto costa l’ingresso alla penisola?

L’accesso alla Penisola di Valdes è soggetto al pagamento di un biglietto d’ingresso. Nello specifico, 850 pesos per persona più 120 pesos per l’automobile (al cambio di agosto 2019, circa 30€ due persone + la macchina). Nel ticket è compreso anche l’ingresso al Centro de Visitantes, dove vengono fornite varie informazioni sulla Peninsula.

Il nostro itinerario

Giorno 1

A bordo della nostra Chevrolet, dall’aeroporto di Trelew, dopo due orette e mezza di viaggio, giungiamo finalmente a Puerto Piramides, unico centro abitato della penisola. Il tempo di sgranchirci le gambe e alle 13.00 partiamo per il Whale Watching con l’agenzia Bottazzi.

Puerto Piramides, Peninsula Valdes
Puerto Piramides, Peninsula Valdes

Agosto, infatti, è il mese ideale per l’avvistamento della balena franco australe. Le aspettative, molto alte, sono state pienamente ripagate. Infatti, l’emozione di navigare a pochi metri da questi cetacei è stata fortissima, in più, abbiamo avuto anche la fortuna di avvistare un cucciolo di balena albina, una vera rarità. Insomma, il whale watching è stato davvero un sogno.

Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes
Whale Watching, Peninsula Valdes

Terminata l’escursione, riprendiamo la nostra amata Chevrolet e guidiamo in direzione Punta Norte, l’estremità più remota della penisola. Ad accoglierci uno scenario selvaggio, dominato dal vento e dal rumore del mare.

Punta Norte, Peninsula Valdes
Punta Norte, Peninsula Valdes
Punta Norte, Peninsula Valdes
Punta Norte, Peninsula Valdes

Sfortunatamente qui non riusciamo ad avvistare nessun animale, ma la bellezza di questo luogo così remoto lascia i brividi. E’ però lungo la strada del ritorno per Puerto Piramides che la natura ci sconvolge. Il sole, infatti, sta quasi per tramontare e il cielo inizia piano piano a tingersi di mille colori, il blu si fonde con le varie sfumature dell’arancio, per poi esplodere in un rosso accesso che ci scalda il cuore.

Peninsula Valdes
Peninsula Valdes
Peninsula Valdes
Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes
Tramonto nella Peninsula Valdes

Ormai è sera quando arriviamo in hotel, ceniamo in uno dei pochi ristoranti aperti (forse l’unico) per poi fermarci ad ammirare le stelle dal balcone della nostra camera, cullati dal suono delle onde.

Giorno 2

Peninsula Valdes
Peninsula Valdes

La mattina seguente siamo pronti per rimetterci alla guida e, dopo aver preso qualcosa da sgranocchiare per il pranzo, partiamo verso Punta Delgada, che però troviamo chiusa (molti punti panoramici sono infatti proprietà private delle varie estancie, è il caso del Faro di Punta Delgada dove solitamente è possibile sia soggiornare che pranzare, noi ovviamente, super sfigati, la troviamo chiusa per ristrutturazione). Proseguiamo quindi verso Punta Cantor, a nostro parere il punto più bello dell’intera penisola. Qui, una serie di balconate sopraelevate permettono di ammirare al meglio il panorama circostante e di avvistare alcuni animali, tra cui i leoni e gli elefanti marini.

Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés
Punta Cantor, Península de Valdés

Da Punta Cantor costeggiamo ancora la costa per qualche chilometro, fermandoci nelle varie terrazze panoramiche disseminate lungo il percorso, per poi imboccare la strada a sinistra che ci porta a Punta Piramides, a pochi chilometri dal omonimo centro abitato. Qui ci attende una colonia di leoni marini, intenti a crogiolarsi al sole.

Colonia di leoni marini a Punta Piramides, Peninsula Valdes
Colonia di leoni marini a Punta Piramides, Peninsula Valdes
Colonia di leoni marini a Punta Piramides, Peninsula Valdes
Colonia di leoni marini a Punta Piramides, Peninsula Valdes
Punta Piramides, Peninsula Valdes
Punta Piramides, Peninsula Valdes
Punta Piramides, Peninsula Valdes
Punta Piramides, Peninsula Valdes
Colonia di leoni marini a Punta Piramides, Peninsula Valdes
Colonia di leoni marini a Punta Piramides, Peninsula Valdes

Ormai sono le le tre passate, dopo 400 km di strade sterrate è tempo di dire addio a questo luogo incantato, dove la natura è la protagonista assoluta. Guidiamo quindi verso l’aeroporto di Trelew, pronti per la terza meta del nostro tour di tre settimane in Argentina, il maestoso Perito Moreno.

Gli animali della Peninsula Valdes

Balene, pinguini, leoni, elefanti, orche e delfini. Questi sono i principali animali marini che si possono incontrare nella Peninsula di Valdes nei vari periodi dell’anno. Abbiamo deciso di farveli conoscere un po’ di più, cercando raccontarvi qualche piccola curiosità.

La balena franco australe

La balena franco australe, di colore nero con macchie bianche distribuite in maniera casuale soprattutto nella zona ventrale, è un cetaceo appartenente al sottordine dei Misticeti, così chiamati per avere i fanoni al posto dei denti. l fanoni rappresentano un eccezionale sistema di filtraggio per l’animale, che permettono di espellere l’acqua ingerita trattenendo il krill ed il plancton, gli alimenti principali della balena.

Ma quanto è grande questo mammifero marino? La lunghezza complessiva del corpo è compresa fra i 14 e i 18 metri, per un peso medio di 54 tonnellate. La testa, che rappresenta da sola circa il 25% della lunghezza totale, è caratterizzata da vistose callosità cheratiniformi, che ospitano una microfauna parassita diversa in ogni individuo, come le impronte digitali per l’uomo.

Le balene franche della Peninsula Valdès costituiscono una delle popolazioni più grandi ancora esistenti, composta approssimativamente da circa 2.500 individui. La presenza della Balena franca australe nella Peninsula di Valdés inizia a maggio e prosegue fino ad ottobre, ciò è dovuto dalla necessità
dell’animale di trovare un rifugio tranquillo dove accoppiarsi, partorire e svezzare i propri cuccioli. Le nascite dei piccoli avvengono di solito tra giugno e settembre, dopo una gestazione di 12 mesi. A partire dal mese di ottobre, non appena i cuccioli hanno raggiunto uno sviluppo sufficiente, gli animali tornano in mare aperto, verso sud, in cerca di zone con krill e plancton abbondante e già in dicembre sono molto rari gli avvistamenti nella penisola.

I pinguini

Al mondo esistono 17 specie di pinguini, tutti nell’emisfero sud. Il più settentrionale è il pinguino delle Galapagos e quello più meridionale il pinguino imperatore che vive all’interno del continente antartico. In Patagonia, invece, tra settembre e marzo è possibile imbattersi nel pinguino di Magellano.

I pinguini di Magellano hanno un’altezza compresa tra i 50 cm e i 70 cm, pesano a fino 5 chili e vivono fino a 20 anni. Trascorrono la maggior parte della loro vita in acqua, anche per dormire, e sono degli straordinari nuotatori. Basti pensare che, terminato l’inverno australe, migrano dalle calde acque brasiliane, fino all’Argentina del sud.

I pinguini, infatti, iniziano ad arrivare in Patagonia a settembre, quando vengono a riprodursi e vi rimangono fino a metà Marzo. Il momento migliore per vederli sono sicuramente i mesi di Dicembre e Gennaio, periodo in cui si schiudono le uova e nascono i pulcini.

Sebbene siano avvistatili anche all’interno della Peninsula Valdes, il luogo ideale per poterli ammirare da vicino è la riserva di Punta Tombo (110 km da Trelew), una riserva faunistica protetta, dove ogni anno più di un milione e mezzo di pinguini si reca per riprodursi.

I Leoni Marini

Il Leone marino è un mammifero appartenente alla famiglia degli otaridi, caratterizzati dalla presenza di padiglioni auricolari e da lunghe pinne anteriori, che gli permettono di nuotare in modo eccelso, ma anche di camminare sul terreno.

Il loro pelo, di colore marroncino, presenta diverse tonalità a seconda del sesso e dell’età dell’animale. In ogni caso, è molto semplice distinguere i maschi dalle femmine. I primi, infatti, una volta adulti, possono superare la lunghezza di due metri arrivando a pesare 350 kg e sono inoltre riconoscibili per il caratteristico rigonfiamento del collo ricoperto da un fitto crine giallastro, da qui il nome leone marino. Le femmine, invece, più piccole e con la testa più affilata, non superano il metro e mezzo di lunghezza ed i 70 kg di peso.

I leoni marini vivono in gruppo, dove un maschio definisce e delimita il territorio e le femmine si uniscono successivamente, dando vita ad un colonia.

Gli Elefanti marini

L’Elefante marino è un mammifero appartenente alla famiglia dei Focidi.
ll nome di elefante marino nasce dalla lunghezza e dalla mobilita del naso che contraddistingue il maschio, una vera e propria proboscide in miniatura che si accentua quando l’animale è irritato. Le dimensioni dell’animale sono ingenti, i maschi adulti arrivano a 6 metri di lunghezza e raggiungono le 4 tonnellate di peso, mentre le femmine, di dimensioni inferiori, non superano i 3 metri e i 700 kg di peso.
Il ciclo riproduttivo di questi animali inizia nel mese di luglio, quando i maschi si stanziano sulle spiagge della penisola, fissando i confini del proprio territorio, in attesa che giungano le femmine, solitamente nella prima metà di agosto. Dopo circa 3 settimane, compiuta una gestazione di ben 12 mesi, le femmine danno alla luce i propri cuccioli e, due settimane dopo il parto, entrano nuovamente in calore, dando inizio agli accoppiamenti, che proseguono per tutto il mese di ottobre.

L’orca

L’orca è un mammifero marino appartenente alla famiglia dei delfinidi. Soprannominata balena assassina, dato le sue abitudini carnivore; non avendo predatori naturali, è considerata un superpredatore, all’apice della piramide alimentare.

Le orche sono animali fortemente sociali, si muovono infatti in branchi familiari, chiamati pod, composti da uno svariato numero di componenti (posso raggiungere anche i 40 esemplari), che cooperano nella ricerca del cibo, utilizzando gli ultrasuoni per individuare prede ed ostacoli. ll capo del gruppo è quello che guida la caccia, insegnando quest’arte agli esemplari più giovani.  

Nella Penisola Valdés, in particolare a Punta Norte e a Caleta Valdes, le orche possono essere avvistate tra i mesi di febbraio e aprile e tra ottobre e novembre, quando si radunano di fronte alle spiagge per cacciare i cuccioli di leoni marini.

Il calendario faunistico della Peninsula Valdes

Qui di seguito troverete uno schema riassuntivo dove sono indicati, in verde, quali animali possono essere avvistati nei vari mesi dell’anno.

Fonte: http://www.puertopiramides.gov.ar/calendario-fauna-eng.html

In ogni caso, qualsiasi sia il periodo scelto, ricordatevi che stiamo parlando di una riserva naturale dove gli animali vivono in assoluta libertà. Potrà quindi capitare, come è successo a noi, di recarvi in qualche caletta, e non riuscire ad avvistare nessun esemplare. Il nostro suggerimento rimane quello di godervi a pieno questa esperienza, cercando di non rimanere delusi per qualche avvistamento mancato, ma anzi, tentate di assapora anche voi la libertà che solo un luogo così remoto può darvi.

Buona fortuna 🙂

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Insomma il Sud America ci aveva proprio conquistati, per questo già sul volo di ritorno da Buenos Aires a Milano avevamo deciso la metà per agosto 2020... Il PERÚ. 
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Ma poi è arrivato il Covid, il lockdown, il volo cancellato.
È stata dura rinunciare a Machu Pichu, ma siamo certi che tra qualche mese questa pandemia inizierà a diventare un brutto ricordo e noi saremo ancora più carichi per il tanto sognato Perù 💪🏼  Nel frattempo proviamo noi a farvi sognare un po', con qualche foto delle cascate di Iguazú 🤩  Anche voi avete dovuto cancellare il vostro viaggio? Ma soprattutto, avete qualche consiglio per il Perù?  Fatecelo sapere nei commenti 👇🏼
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Non si fa altro che parlare di zone rosse, gialle bianche o blu...lo spettro di un nuovo lockdown incombe e la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. È passato un anno da quando questa pandemia ci ha completamente distrutto le vite, un anno a sognare che tutto finisse presto e che si potesse tornare a viaggiare. 
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Giorno 4: Today is the day. Dopo tre giorni di trekking mozzafiato, siamo pronti per affrontare l'ascesa ai crateri sommitali dell'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa.
Scegliamo di affrontarla senza l'ausilio di fuoristrada e funivia, perché riteniamo che questa sia l'unica opzione in grado di preservare l'ambiente circostante, senza impattare negativamente sulla natura. 
Dal Rifugio Sapienza imbocchiamo quindi il tracciato percorso usualmente dai fuoristrada. Siamo soli, nessun essere vivente all'orizzonte. Solo noi e l'Etna. Mentre saliamo lo sentiamo borbottare, dai suoi crateri sommitali vediamo coltri di nubi divenire sempre più scure. 
Dopo aver attraversato un paesaggio lunare, contornato da vecchi crateri, arriviamo finalmemte alla torre del filosofo (2920m), da qui la salita è consentita solo con l'ausilio delle guide vulcanologoche. 
Attendiamo allora l'arrivo di Nikos, la guida di Etna Nord, e partiamo. Ormai, solo 400 metri ci dividono dalla metà finale. Il meteo non è certo stato clemente con noi, la pioggia infatti ci accompagna per tutto il tratto finale. Ma quando l'odore di zolfo si fa sempre più insistente capiamo di aver raggiunto finalmente i crateri sommitali dell'Etna. L'emozione è fortissima. La gioia di aver compiuto questa piccola (ma per noi grande) impresa è immensa e la vista da quassù ripaga completamente le fatiche di questi quattro giorni. 
Riscendiano a valle, fermandoci lungo il tragitto ad ammirare vecchi crateri, tunnel lavici e bocche effusive. Con un gioco di talloni ci lasciamo scivolare sulla sabbia lavica fino a raggiungere nuovamente il Rifugio Sapienza.  Concludiamo così la nostra Grande Traversata Etnea. Quattro giorni di trekking, 67 chilometri percorsi. Esausti ma felici come non mai.
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Giorno 3: Bivacco Montescavo => Rifugio Sapienza. 
14 km, 465 m 📈 
L'obbiettivo del terzo giorno è raggiungere il Rifugio Sapienza (1920 m.s.l.m.) che sarà la nostra base di partenza per raggiungere la cima dell'Etna.
Le fatiche dei giorni precedenti si fanno subito sentire appena ci rimettiamo in viaggio, fortunatamente ci aspetta la tappa più tranquilla di questa nostra traversata etnea. 
I primi km passano velocemente accompagnati da un cambiamento del paesaggio che sembra seguire il nostro cammino. Il versante sud del vulcano ci stupisce, i boschi e le colate laviche lasciano spazio ad un verde tipico dei paesaggi di montagna...per un attimo ci dimentichiamo di essere al cospetto del più alto vulcano d'Europa. 
Raggiungiamo presto il rifugio, nonostante un'acquazzone che ci sorprende quando mancano ormai pochi km, e grazie a una bella doccia calda e un paio di gin tonic recuperiamo subito le forze e iniziamo a pensare al grande giorno: domani c'è l'ascesa ai crateri sommitali. 🌋💪🏻
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