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Italia, Sicilia, Trekking

Quattro giorni sull’Etna, la nostra Grande Traversata Etnea

posted by wanderful travels
Nov 15, 2020 1195 70 0
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Quattro giorni sull’Etna, la nostra Grande Traversata Etnea

Nella splendida Sicilia, poco di distante da Catania, sorge il più alto vulcano attivo d’Europa, l’Etna, dal 2013 Patrimonio Unesco, che con i suoi 3.324 metri di altezza domina tutto il territorio siciliano.

Amanti delle sfide, non ci siamo di certo accontenti di fare la classica salita di un giorno ai crateri sommitali, ma abbiamo voluto metterci alla prova con un trekking unico nel suo genere, nel corso del quale la fatica è stata ampiamente ripagata dalle grandiosi suggestioni dell’ambiente vulcanico.

Abbiamo infatti deciso di prendere spunto dal percorso di cinque giorni ideato da Giuseppe Riggio, denominato Grande Traversata Etnea (GTE), e pubblicato nel libro “Etna il vulcano” (edita da Affinità Elettive, 2000), per riadattarlo alle nostra esigenze.

Per questioni di tempo, abbiamo quindi deciso di non completare il giro ad anello ma di concludere questo trekking straordinario con la salita ai crateri sommitali. Quattro giorni e 67 km di cammino, per scoprire l’incredibile varietà degli ambienti racchiusi all’interno del Parco naturale dell’Etna.

Di seguito vi lasciamo il nostro percorso completo nel formato GPX, che potete scaricare ed usare sull’app di Uroxmaps o similari, a nostro parere fondamentali, considerando che molti sentieri non sono purtroppo segnalati.

© OpenStreetMap contributors
Download file: WanderfulTravels-La.nostra.Grande.Traversata.Etnea.2020.gpx

INDICE

  • Giorno 1: da Fornazzo al Rifugio Ragabo
  • Giorno 2: dal Rifugio Ragabo al Bivacco Monte Scavo
  • Giorno 3: dal Bivacco Monte Scavo al Rifugio Sapienza
  • Giorno 4: dal Rifugio Sapienza ai Crateri Sommitali
  • Informazioni utili
  • Qualche considerazione

Giorno 1: da Fornazzo al Rifugio Ragabo

Tempo di percorrenza: 6 h
Km: 14 Km
Dislivello: 1045 m

L'Etna - Grande Traversata Etnea
L’Etna – Grande Traversata Etnea

La partenza del nostro fantastico trekking avviene da Fornazzo, una piccola frazione del comune di Milo sul versante nord dell’Etna. Da qui percorriamo per circa 2 km la strada asfaltata Mareneve fino ad arrivare davanti alla Cappelletta del Sacro Cuore. Celebre poiché, durante l’eruzione del 1979, la lava accerchiò letteralmente il piccolo edificio sacro, senza però distruggerlo. Anzi, fermò la propria corsa dopo essere scesa per oltre 6 km dalla frattura iniziale. Ovviamente le persone del posto parlarono subito di miracolo, i vulcanologi, invece, di una semplice diminuzione della carica eruttiva. La lava del 1979 è ancora lì e con gli stessi massi di lava la gente del paese creò 14 lastre di pietra sulle quali sono incise le Stazioni della Via Crucis.

Cappelletta del Sacro Cuore, Etna - Grande traversata etnea
Cappelletta del Sacro Cuore, Etna – Grande Traversata Etnea

Dalla Cappelletta del Sacro cuore imbocchiamo una strada sulla sinistra che, addentrandosi dentro una fitta vegetazione, in ripida salita ci conduce sino alla casa di Pietracannone. Da qui, una mulattiera porta fino alle Case Paternò, oggi utilizzate come deposito dalle guardie forestali. Proseguiamo seguendo il sentiero e, dopo aver attraversato un bosco misto di faggi, betulle, pini e pioppi, sbuchiamo su una strada asfaltata che, in pochi minuti, ci porta al Rifugio Citelli (1740 m), dove ci concediamo una pausa con un’ottima fetta di torta.

Il paesaggio dell'Etna - Grande Traversata Etnea
Il paesaggio dell’Etna – Grande Traversata Etnea

Dal Rifugio Citelli per raggiungere il Rifugio Ragabo abbiamo due opzioni:

  • salire fino al Piano Provenza (1800 m) e scendere al Ragabo attraversando il bosco di betulla aetnensis;
  • Proseguire in lieve discesa lungo la strada asfaltata fino ad arrivare a destinazione.

Visto l’avvicinarsi dell’imbrunire optiamo a malincuore per la seconda opzione. Il paesaggio ci lascia ugualmente senza parole. Costeggiamo la secolare Pineta Ragabo, dove gli alberi di pino larico, una delle più importanti specie forestali della Sicilia, si alternano a spettacolari colate laviche.

Pineta Ragabo, Etna - Grande Traversata Etnea
Pineta Ragabo, Etna – Grande Traversata Etnea
Tra le colate laviche dell'Etna
Tra le colate laviche dell’Etna
Attraversando la Pineta Ragabo, Etna
Attraversando la Pineta Ragabo, Etna

Arriviamo al Rifugio Ragabo alle 20.00, doccia rigenerante e cena con i prodotti tipici dell’Etna e siamo subito a letto.

Rifugio Ragabo, Etna - Grande traversata etnea
Rifugio Ragabo, Etna – Grande Traversata Etnea

Giorno 2: dal Rifugio Ragabo al Bivacco Monte Scavo

Tempo di percorrenza: 10 h 30′
Km percorsi: 23 km
Dislivello: 707 m

La nostra Grande traversata etnea
Secondo giorno: in partenza dal Rifugio Ragabo, Etna

Zaino in spalla e partiamo per la seconda giornata, sicuramente la più tosta, sia per il peso elevato dello zaino (8 litri d’acqua a testa, provare per credere) che per la lunghezza del percorso, ben 23 km. Lasciamo il rifugio Ragabo alle nostre spalle e ci immettiamo subito nella Pista Altamontana, attraversando la Pineta Ragabo (o di Linguaglossa). Dopo circa un chilometro e mezzo raggiungiamo la Caserma Pitarrone e svoltiamo a sinistra su una strada che, in salita, alterna tratti boscosi ad aree prive di vegetazione, a causa delle varie colate laviche che si sono susseguite nel corso degli anni, tra cui quella del 2002, una delle più distruttive in assoluto.

Pista Altamontana, Etna - Grande Traversata Etnea
Pista Altamontana, Etna – Grande Traversata Etnea
Tra le colate laviche dell'Etna - Grande Traversata Etnea
Tra le colate laviche dell’Etna – Grande Traversata Etnea
Pista Altamontana, Etna - Grande Traversata Etnea
Pista Altamontana, Etna – Grande Traversata Etnea

Continuiamo sulla Pista Altamontana fino a prendere una piccolissima deviazione che ci conduce alla Grotta delle Femmine che, viste le dimensioni ridotte, ammiriamo solo esternamente, senza addentrarci all’interno. Ritorniamo quindi sul sentiero principale per incontrare poco più avanti un altro bivio, dove, in prossimità di questo incrocio individuiamo il breve sentiero che conduce alla grotta dei Lamponi, questa visitabile anche internamente, senza grosse difficoltà (ovviamente solo il primo pezzo). Sempre da qui parte la lunga deviazione che porta fino alla Grotta del Gelo, che noi decidiamo però di non raggiungere, considerato il dislivello elevato e il peso dello zaino eccessivo.

Grotta delle Femmine, Etna - Grande traversata etnea
Grotta delle Femmine, Etna – Grande traversata etnea
Grotta dei Lamponi, Etna - Grande traversata etnea
Grotta dei Lamponi, Etna – Grande traversata etnea

Una volta risaliti dalla Grotta dei Lamponi imbocchiamo il sentiero sulla destra proseguendo in lieve discesa sull’Altomontana, fino a giungere al Monte Santa Maria e all’omonimo rifugio, dove decidiamo di pranzare al sacco e concederci un piccolo pisolino rigenerante.

U Casottu, Etna - Grande traversata etnea
U Casottu, Etna – Grande traversata etnea

Riprendiamo il percorso e, dopo aver superato il piccolo bivacco U Casottu, svoltiamo a sinistra, su un troncone dismesso della Pista che attraversa le lave del 1981 e che porta, dopo aver superato un faggeto secolare, direttamente al bivacco di Monte Spagnolo. Attraversare questa colata lavica è stata una delle parti più belle dell’intero percorso: camminare su questa immensa distesa nera di lava, con nessun’altra persona nei paraggi, sembrava davvero di essere arrivati sulla Luna!

Colata lavica del 1981, Etna - Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna – Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna - Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna – Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna - Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna – Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna - Grande traversata etnea
Colata lavica del 1981, Etna – Grande traversata etnea

Continuiamo sulla Pista Altomontana in costante salita alternando tratti boschivi a campi lavici di vari periodi, fino a giungere alla deviazione per il bivacco monte Nave, immerso nel fitto Bosco di Maletto. Abbiamo già percorso quasi 20 km e la fatica inizia a farsi sentire.

Il paesaggio dell'Etna - Grande Traversata Etnea
Il paesaggio dell’Etna – Grande Traversata Etnea
Pista Altamontana, Etna - Grande Traversata Etnea
Pista Altamontana, Etna – Grande Traversata Etnea

Oltrepassiamo anche la deviazione che conduce al Rifugio Maletto, stringiamo i denti e proseguiamo, allietati dallo splendido panorama che si staglia davanti ai nostri occhi: la luce dorata del sole al tramonto illumina la cima dell’Etna, coperta da fitte nubi bianche che ben contrastano con il cielo azzurro.

Pista Altamontana, Etna - Grande Traversata Etnea
Pista Altamontana, Etna – Grande Traversata Etnea
Tramonto sull'Etna - Grande Traversata Etnea
Tramonto sull’Etna – Grande Traversata Etnea
Tramonto sull'Etna - Grande Traversata Etnea
Tramonto sull’Etna – Grande Traversata Etnea

Dopo un paio di chilometri arriviamo, finalmente, a destinazione, siamo al Bivacco Monte Scavo (1785 m) e una simpatica volpe tutta spelacchiata viene ad accoglierci in cerca di acqua e cibo. Ormai buio, dopo aver preparato i sacchi a pelo per la notte, accendiamo il fuoco e, gustandoci i nostri panini, ammiriamo il cielo stellato.

Bivacco Monte Scavo, Etna - Grande traversata etnea
Bivacco Monte Scavo, Etna – Grande traversata etnea

Giorno 3: dal Bivacco Monte Scavo al Rifugio Sapienza

Tempo di percorrenza: 5h 30′
Km percorsi: 14 km
Dislivello: 465 m

Bivacco Monte Scavo, Etna - Grande traversata etnea
Bivacco Monte Scavo, Etna – Grande traversata etnea

Ci svegliamo tutt’altro che riposati, sebbene il materassino abbia reso sicuramente le panche in mattone più confortevoli! Lasciamo un po’ d’acqua alla nostra amica volpe (alleggerendo quindi lo zaino) e ripartiamo, camminando ancora sulla comoda Pista Altomontana. Si parte con una costante salita fino ad arrivare alla grotta di scorrimento lavico di Monte Nunziata o grotta delle Vanelle, formatasi durante l’eruzione del 1843.

Grotta di Monte Nunziata o grotta delle Vanelle, Etna
Grotta di Monte Nunziata o grotta delle Vanelle, Etna
Grotta di Monte Nunziata o grotta delle Vanelle, Etna

Sempre in leggera salita, proseguiamo sulla Pista tra distese di lava e aree boschive, fino ad incrociare il Rifugio Monte Palestra (noto anche con il nome di Poggio la Caccia).

Pista Altamontana, Etna - Grande traversata etnea
Pista Altamontana, Etna – Grande traversata etnea

Mentre verso monte si staglia con tutta la sua maestosità il versante ovest del vulcano, attraversato da grandi canaloni, verso valle si scorgono i paesi etnei.

Il paesaggio dell'Etna - Grande Traversata Etnea
Il paesaggio dell’Etna – Grande Traversata Etnea
Il paesaggio dell'Etna - Grande Traversata Etnea
Il paesaggio dell’Etna – Grande Traversata Etnea

Da qui il percorso torna ad essere in discesa fino ad incontrare il Bivacco Galvarina, in prossimità del quale svoltiamo a sinistra. Dopo qualche chilometro di cammino ci ritroviamo immersi nella pineta, continuiamo in leggera discesa fino a che il percorso si snoda sull’asfalto. Termina qui la Pista Altamontana. Da qui, poco prima dell’ingresso del Giardino botanico di Nuova Gussonea, svoltiamo a sinistra imboccando il Sentiero Natura Monte Nero degli Zappini in direzione Piano Vettore, fino ad arrivare ad un piccolo luogo di culto all’aperto immerso nella vegetazione.

Chiesa all'aperto, Nicolosi, Etna - Grande Traversata Etnea
Chiesa all’aperto, Nicolosi, Etna – Grande Traversata Etnea

Continuiamo per un centinaio di metri così da imboccare il sentiero che costeggia i tornati che conducono al Rifugio Sapienza. Affrontiamo l’ultima salita della giornata, con annessa pioggia torrenziale a un chilometro dell’arrivo e finalmente, bagnati fradici, arriviamo al Rifugio Sapienza, sul versante nord dell’Etna.

Verso il Rifugio Sapienza, Etna
Verso il Rifugio Sapienza, Etna
Rifugio Sapienza, Etna - Grande Traversata Etnea
Rifugio Sapienza, Etna – Grande Traversata Etnea

Il tempo di una bella doccia calda e iniziamo a chiedere informazioni per la salita ai crateri sommitali per il giorno successivo. Infatti, fino alla Torre del Filosofo è possibile salire in autonomia, da lì in poi invece è obbligatorio farsi accompagnare da una guida vulcanologica.

Chiediamo quindi a qualche agenzia e qui arrivano le prime docce fredde: la salita ai crateri è interdetta, per alcuni causa mal tempo, per altri causa rischio eruttivo.

Fortunatamente troviamo le Guide Vulcanologiche Etna Nord che organizzano ugualmente l’escursione. Sollevati dall’aver trovato qualcuno, decidiamo di approfittare dei gin tonic a 3,50€ del Rifugio Sapienza per festeggiare questi tre giorni di trekking, tosti ma davvero emozionanti.

Ceniamo sempre al rifugio e, dopo aver preparato gli zaini per il giorno seguente, andiamo a dormire, finalmente in un vero letto.

Giorno 4: dal Rifugio Sapienza ai Crateri Sommitali

Tempo di percorrenza: 8 h
Km percorsi: 16 km
Dislivello: 1367 m

Alle 5.30 la sveglia suona, il tempo di cambiarci e fare una piccola colazione gentilmente fornitaci dal rifugio Sapienza la sera prima e siamo pronti a partire. Finalmente il grande giorno è arrivato.

Mappa ascesa ai Crateri Sommitali, Etna
Mappa Ascesa ai Crateri Sommitali, Etna

Alle 6.20 iniziamo ad incamminarci lungo la pista usualmente usata dai fuoristrada turistici che sale dolcemente con ampi tornanti. Dopo circa un’oretta e mezza raggiungiamo la stazione terminale della funivia a quota 2500 m, alla base della Montagnola. Piccola pausa per poi riprendere il sentiero. Proseguiamo lungo il tracciato godendoci uno spettacolo indescrivibile a parole: neanche un’anima viva all’orizzonte, il cielo azzurro e l’Etna fumante che butta fuori inizialmente nubi bianche e, man mano che ci avviciniamo alla vetta, sempre più scure. Lo sentiamo borbottare, è vivo, attivo, percepiamo la sua potenza.

L'alba sull'Etna - Ascesa ai Crateri Sommitali
L’alba sull’Etna – Ascesa ai Crateri Sommitali
Il paesaggio lunare dell'Etna - Grande Traversata Etnea
Il paesaggio lunare dell’Etna – Grande Traversata Etnea
Ascesa ai Crateri Sommitali dell'Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell’Etna

Dopo una breve deviazione al Cratere Cisternazza, formatosi in seguito all’eruzione del 1792, continuiamo fino ad arrivare, intorno alle 9.20, alla Torre del Filosofo (2919 m), il cielo è ormai coperto da nubi grigie che non ci permettono di vedere molto oltre.

Cratere Cisternazza, Etna - Grande Traversata Etnea
Cratere Cisternazza, Etna – Grande Traversata Etnea
Ascesa ai Crateri Sommitali dell'Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell’Etna
Un paesaggio lunare, l'Etna
Un paesaggio lunare, l’Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell'Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell’Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell'Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell’Etna

Dieci minuti dopo arrivano i furgoni con a bordo le persone che hanno deciso di salire sull’Etna con funivia e fuoristrada, per poi raggiungere la cima a piedi.

Individuiamo Nikos, la guida vulcanologia di Etna Nord e, insieme ad un gruppo di circa 10 persone, partiamo alla volta dei crateri sommitali, a dividerci dalla vetta ormai ci sono solo 500 metri di dislivello.

Ascesa ai Crateri Sommitali dell'Etna
Ascesa ai Crateri Sommitali dell’Etna

Le condizioni climatiche non sono certe le migliori, una fitta nebbia mista a fumo eruttivo copre quasi interamente la visuale, il tutto accompagnato da una leggera ma persistente pioggerellina che rende il tutto ancora più suggestivo. Proprio per il meteo avverso, con Nikos decidiamo di procedere abbastanza spediti verso la cima e lasciare le spiegazioni a dopo.

Dopo aver attraversato la colata lavica del 27 luglio 2019, imbocchiamo un piccolo e ripido sentiero che ci permette di raggiungere in meno di un’ora i Crateri Sommitali. Siamo finalmente sulla cima dell’Etna, a 3.324 metri sopra il livello del mare. Davanti a noi si staglia il cratere centrale, l’odore di zolfo è fortissimo, le esalazioni di fumarole e ceneri ci fanno bruciare gli occhi, ma l’emozione di essere sulla cima del vulcano attivo più alto d’Europa è davvero indescrivibile.

Il Cratere Centrale, Etna
Il Cratere Centrale, Etna

History Box
A riprova che l’Etna è in continua trasformazione, Nikos ci spiega che nei secoli scorsi la vetta dell’Etna era caratterizzata dal solo Cratere Centrale, un immenso cratere dal bordo quasi circolare di circa 500 metri di diametro. A partire dai primi anni del 900, però, si sono formate altre bocche che costituiscono, ad oggi, i quattro crateri sommitali dell’Etna:
– La Voragine, nata nel 1945 nella porzione nord-orientale del Cratere Centrale;
– la Bocca Nuova, formatasi nel 1968 sul fianco occidentale del Cratere Centrale, ad oggi conta un diametro di quasi 350 metri, ma è incredibile pensare che, appena nata, il diametro era solo di 8 metri;
– il Cratere di Nord-Est, sviluppatosi nel 1911, rappresenta la cima più alta dell’Etna con i suoi 3.330 metri sul livello del mare misurati nel 2007;
– il Cratere di Sud-Est, nato nel 1971, è il più giovane ma anche il più attivo degli ultimi anni. Inoltre, nel 2007, l’attività eruttiva si sposta dalla sommità del cono ad una nuova bocca che si apre sul suo fianco orientale, dando vita al Nuovo Cratere di Sud Est.

A causa delle condizione meteo avverse e della forte attività vulcanica del Cratere di Sud Est, il nostro tour si concentra sul Cratere Centrale: camminiamo sull’orlo della Bocca Nuova e l’impressione è quella di essere su Marte. Ammiriamo le diverse sfumature di colore interne al cratere, il giallo dello zolfo, il rosso della ruggine, il nero dei silicati, il bianco del vapore acqueo, mentre ascoltiamo Nikos che ci racconta la storia dell’Etna.

Il Cratere Centrale, Etna
Il Cratere Centrale, Etna
Il Cratere Centrale, Etna
Il Cratere Centrale, Etna
Il Cratere Centrale, Etna

History Box
Una storia iniziata circa 600mila anni fa, quando, durante il Quaternario, all’interno del golfo primordiale pre etneo, la zolla euro-asiatica si scontrò con quella africana. L’evento diede vita alle prime eruzioni sottomarine e fece sollevare le alture sommerse che, nel corso dei millenni, alternando fasi di fermo a fasi di attività eruttiva, diedero forma al vulcano attivo più alto d’Europa, l’Etna. Un vulcano in costante cambiamento, sia nella forma che nell’altezza, a causa dell’accumulo di nuovi prodotti vulcanici e delle frane a cui sono sottoposti i crateri.
Ad oggi, sull’Etna, in vetta, vi sono quattro crateri sommitali (cinque se si considera anche il nuovo cratere di sud-est come a se stante), mentre nei fianchi, si contano circa trecento crateri avventizi, che sono stati attivi solo nell’eruzione che li ha formati. Il cratere è la bocca del vulcano dalla quale, nel corso delle eruzioni, fuoriesce il materiale magmatico e piroclastico.
Nikos ci spiega poi che un’eruzione può assumere caratteristiche diverse in base a numerosi fattori, tra cui la composizione chimica del magma e degli strati che questo incontra durante la sua risalita. Le eruzioni vengono suddivise normalmente in esplosive ed effusive. Nelle eruzioni esplosive, il magma si frammenta in particelle di varie dimensioni che sono espulse nell’atmosfera con violenza e si raffreddano formando i piroclasti (ovvero scorie, ceneri e pomici). Nelle eruzioni effusive, invece, il magma emerso in superficie prende il nome di lava e forma colate che scorrono lungo i fianchi del vulcano. L’Etna, negli ultimi 2000 anni, ha dato vita ad eruzioni prevalentemente di tipo effusivo, ma a partire dal 1971, con la nascita del Cratere di Sud-Est è via via cresciuta l’attività esplosiva. 

Prima di scendere arriviamo ad un bellissimo punto di osservazione dove alla nostra sinistra troviamo sempre il Cratere Centrale e dinnanzi a noi il Cratere di Sud Est che rilascia forti emissioni di gas e cenere. Rimaniamo in silenzio ad ascoltarlo, attimi per noi indimenticabili.

Il Cratere di Sud-Est, Etna
Il Cratere di Sud-Est, Etna
Il Cratere di Sud-Est, Etna
Il Cratere di Sud-Est, Etna

Ancora emozionati davanti a tanta potenza e a tanta meraviglia, iniziamo la discesa: lungo un ripido sabbione ci si lascia andare facendo perno solo sui talloni e in meno di un quarto d’ora ci conduce da quota 3324 m a quota 3000 m. Proseguiamo quindi in direzione dei Crateri Barbagallo dove ci fermiamo per un breve pausa pic-nic.

Il paesaggio lunare dell'Etna
Il paesaggio lunare dell’Etna
I Crateri Barbagallo, Etna
I Crateri Barbagallo, Etna
I Crateri Barbagallo, Etna
I Crateri Barbagallo, Etna

History Box
I Crateri Barbagallo sono due crateri formatisi in seguito all’eruzione del 2002. Una grande eruzione, tra le più esplosive dell’ultimo secolo, durata dal 27 ottobre 2002 al 29 gennaio 2003 e denominata dagli studiosi perfetta a causa di un susseguirsi di eventi diversi e unici.
Nella notte del 26 ottobre 2002, infatti, si verifica una forte scossa sismica sul versante nord est del vulcano e, nello stesso momento, su quello sud. Dopo solo poche ore, inizia l’attività eruttiva dell’Etna e, sia sul versante nord che su quello sud, si aprono decine di fratture e di bocche eruttive. Le colate laviche rasero al suolo Piano Provenzano, sul versante settentrionale, distruggendo negozi, impianti sciistici e strutture alberghiere. Sul versante sud, invece, la forte attività effusiva ed esplosiva diede vita ad intense colonne di cenere, bloccando l’aeroporto di Catania, ricoprendo di cenere i paesi del versante sud del vulcano e raggiungendo addirittura la costa dell’Africa settentrionale e alcune isole greche. Il 29 ottobre, a causa delle forti deformazioni del fianco orientale e della spinta del magma, si verifica, inoltre, una sequenza di forti sismi che provocano ingenti danni ai paesi della fascia orientale, tra cui Santa Venarina, Acireale, Giarre, Zafferana Etnea e Milo.
Insomma, un’eruzione tra le più esplosive degli ultimi secoli, basti pensare che l’emissione di lava, di cenere e di altri prodotti vulcanici è stata stimata intorno ai 160 milioni di metri cubi.

Dopo aver costeggiato e visitato i due crateri, proseguiamo dirigendoci, prima, verso i punti di emissione e le bocche effusive che, nel 2002, hanno dato vita ai Crateri Barbagallo, poi verso un tunnel di scorrimento lavico, un canale laterale creato dello scorrere della lava, in seguito ad attività effusiva.

Bocche effusive, Etna
Bocche effusive, Etna
Tunnel di scorrimento lavico, Etna
Tunnel di scorrimento lavico, Etna
Bocche effusive, Etna
Bocche effusive, Etna

Dopo la visita al tunnel continuiamo l’escursione immersi in una fitta foschia, dirigendoci verso valle. Impossibile vedere oltre un palmo dal nostro naso. Per questo, a malincuore, saltiamo la visita al Belvedere, da cui si apre una vista meravigliosa sulla Valle del Bove e, dopo aver attraversato altre incredibili colate laviche, arriviamo alla funivia. Salutiamo e ringraziamo Nikos per l’esperienza incredibile che ci ha fatto vivere e, in autonomia, mentre gli altri partecipanti scendono con la funivia, decidiamo di affrontare la discesa lungo un canalone di sabbia e in meno di 40 minuti siamo giù.

Stremati ma ancora elettrizzati da un’esperienza così forte e intesa, realizziamo di aver concluso la nostra Grande Traversata Etnea: 4 giorni di cammino, 67 km percorsi, un susseguirsi di paesaggi meravigliosi. Ancora una volta Madre Natura è riuscita a sorprenderci e a lasciarci senza parole.

L'Etna in tutta la sua potenza
L’Etna in tutta la sua potenza

Informazioni utili

Trasporti

Catania – Fornazzo: la frazione di Fornazzo può essere raggiunta con l’autobus di linea della società AST dal piazzale antistante la stazione centrale di Catania, il tragitto dura 1h 30 minuti e, teoricamente, vi sono due partenze giornaliere: 13.00 e 18.00.
Quando abbiamo effettuato noi il trekking c’era solo la partenza alle 18.00, ovviamente molto scomoda per noi. Per questo avevamo optato per treno da Catania a Giarre-Riposto e poi da qui taxi fino a Fornazzo, di certo non economico ma era l’unica soluzione praticabile.

Rifugio Sapienza – Catania: dal Rifugio Sapienza, invece, ogni giorno, parte un pullman alle 16.30 che porta alla stazione centrale di Catania.

In ogni caso è possibile consultare gli orari degli autobus di linea sul sito ufficiale della AST oppure sul sito di Rome2Rio.

Cosa portare

Ecco tutto quello che abbiamo portato con noi per affrontare la Grande Traversata Etnea (nb. mese di agosto):

  • Innanzitutto, serve uno zaino da trekking da 30/40 litri comodo e resistente;
  • essendo l’Etna un vulcano caratterizzato da importanti escursioni termiche giornaliere, è meglio optare per un abbigliamento da trekking a “cipolla”. Noi, nello specifico, abbiamo portato 2 magliette a mezze maniche, 1 felpa, 1 paio di pantaloncini e 1 paio di pantaloni lunghi (fondamentali per la solita ai crateri sommatali), 1 k-way sempre utile in caso di pioggia improvvisa e un giubbetto utile sia per la sera che per la salita finale;;
  • ovviamente gli scarponcini da trekking, che devono essere robusti e proteggere anche le caviglie.
  • le bacchette da trekking ci hanno sicuramente aiutato in questi quattro giorni, ma non sono fondamentali. Il caschetto, invece, per la salita ai crateri sommatali, vi verrà fornito dalla guida.
  • Acqua, cibo e, nel caso, integratori. Sì ma, quanta acqua portare? Noi siamo stati particolarmente fortunati poiché nonostante il sole d’agosto abbiamo trovato un clima abbastanza ventilato. Comunque vi consigliamo di portare con voi almeno 3 litri d’acqua al giorno. Tenendo poi conto però che, per la seconda e terza tappa, non c’è disponibilità di acqua e si dorme in un bivacco, vi suggeriamo di partire il secondo giorno con almeno 6 litri d’acqua. Noi ne avevamo portati 8 a testa e sono stati più che sufficienti;
  • per la notte al bivacco è necessario portare un sacco a pelo, una torcia, un materassino e un cuscino gonfiabile;
  • Crema solare, cappello e occhiali da sole, quest’ultimi utili per proteggere gli occhi non solo dal sole ma anche dalla sabbia vulcanica che si alza a causa di improvvise folate di vento.

Qualche considerazione

Una premessa è d’obbligo, questo trekking di quattro giorni sull’Etna è stato bellissimo, un susseguirsi di paesaggi meravigliosi che ci hanno lasciato davvero senza parole: aree boschive alternate ad incredibili colate laviche, i crateri sommitali in tutta la loro potenza, un paesaggio lunare da toglierci il fiato.

Tuttavia abbiamo riscontrato alcune criticità che ci hanno lasciato un po’ di amaro in bocca.

La maggior parte dei sentieri sono poco o per nulla segnalati e questo è un vero peccato. Considerando che l’Etna è Patrimonio dell’Unesco dal 2013 e che tutto l’ambiente circostante è tutelato da un vasto parco naturale, il Parco Naturale dell’Etna, istituito nel 1987, ci aspettavamo di trovare un territorio molto più valorizzato: una migliore segnaletica (nel primo giorno completamente assente), un’indicazione delle varie colate laviche incontrate, insomma, piccole azioni in grado di far percepire anche ad un turista, il valore storico, culturale e paesaggistico che questo vulcano ricopre per l’intera comunità locale.

Inoltre, quello che ci ha permesso di comprendere questa Grande Traversata Etnea è che l’Etna non è solo il classico tour Rifugio Sapienza – Crateri Sommitali. Oltre al versante meridionale del vulcano, infatti, ci sono chilometri e chilometri di paesaggi da scoprire e conoscere. Ci sono grotte, colate laviche spettacolari, aree boschive caratterizzate da specie vegetali che si trovano solo ed esclusivamente qui. Insomma, un territorio da scoprire e valorizzare in maniera consapevole.

Infine, ciò che abbiamo percepito è che il rapporto dell’uomo con la natura qui viene un po’ a mancare, specialmente sul versante meridionale. Capiamo che arrivare in cima all’Etna, partendo dal Rifugio Sapienza, richieda un allenamento non indifferente e non alla portata di tutti. Ma davvero, oltre alla funivia che arriva a 2500 metri, bisogna necessariamente usare anche i furgoni? Sappiamo benissimo (purtroppo) che è tutta una questione di business e soldi, ma forse dovremmo fermarci maggiormente a riflettere sull’impatto che queste scelte hanno sulla natura e sul nostro pianeta.

Per concludere queste riflessioni un po’ polemiche, vi lasciamo con una nostra foto.

Noi, stremati, esausti, provati ma felici, davanti al Cratere di Sud-Est in piena attività. Dopo quattro giorni di trekking e 67 km percorsi. Con l’augurio che anche voi possiate vivere un’esperienza così straordinaria.

Crateri Sommitali dell'Etna: raggiunti!
Crateri Sommitali dell’Etna: raggiunti!
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